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lunedì 26 settembre 2011

Qual'è il giusto prezzo?


Parole semplici, con un preciso significato, che però possono essere applicate a diversi contesti.
Sostanzialmente di cosa si tratta?
Il prezzo è semplicemente il costo di qualcosa, che sia essa un oggetto, un azione, un servizio ecc.
Si tratta della quantità del pagamento che viene offerto in cambio di quel qualcosa e di solito questo costo deve essere equo, deve far quadrare la bilancia, altrimenti nessuno sarebbe invogliato a effettuare questo scambio.
Una logica semplice, che nella nostra testa è chiara principalmente grazie al denaro e al commercio legato ad esso, ma che a volte ci sfugge come base di molte altre questioni della nostra vita.

Basti pensare anche solo a una corsa: per muoverci più velocemente dobbiamo "pagare" con un certo quantitativo di energie e il borsellino vuoto che di solito ci ritroviamo all'uscita del supermercato stavolta è sostituito dalla stanchezza.
Seppur cinicamente, anche le relazioni umane viste nel complessivo assumono l'apparenza di una scambio reciproco di gesti, sentimenti e attenzioni tra delle persone.
La fiducia è l'esempio perfetto, infatti è risaputo che "la fiducia deve essere guadagnata".

Il problema viene ora, perchè la scelta di pagare qualcosa appartiene a noi soltanto e, a meno che non ci costringano, possiamo benissimo rinunciarvi.
Solo se lo scambio è vantaggioso o comunque equo siamo invogliati a spendere.
Ritornando al titolo, siamo orientati a dare un giusto prezzo a ogni singola cosa e ripeto che non parlo solo di denaro.

Piccola complicazione: il significato di "giusto" e la percezione di questo termine varia da persona a persona e ciò rende tutto estremamente soggettivo.
Sì perchè a seconda della personalità e delle priorità di un individuo esso è spinto ad attribuire un valore a determinate cose più che ad altre e viceversa.
Ed ecco che tutto si riduce a un discorso prettamente personale.
Approfondendo il discorso ci renderemmo solamente conto di quanto esso sia relativo, perciò ci limitiamo a dire quello che in fondo tutti sappiamo: siamo noi a dare un valore a tutte le cose, da sole ne avrebbero ben poco.

Quando scrivo nel blog, ad esempio, spendo tempo perchè mi piace mettere per iscritto le mie riflessioni; quando si va in palestra si spendono soldi e fatica perchè si intende tenersi in forma e modellare il fisico; quando si tosa il giardino lo si fa per una questione di ordine e così via, gli esempi sarebbero infiniti...

La logica più semplice del mondo, dare qualcosa per un altra del medesimo valore, esattamente lo stesso principio sul quale si basava l'antica alchimia.
E' anche vero però che inconsciamente noi, al momento dello "scambio", diamo senz'altro più valore alla cosa che acquisiamo, perchè senza guadagno non ci sarebbe interesse.
E così si torna al discorso di prima, il valore è un qualcosa di estremamente relativo e legato a doppio filo col guadagno personale.

Se poi estendiamo il nostro campo visivo ci possiamo rendere facilmente conto di quanto questo fatto sia sfruttato nell'ambito commerciale.
L'esempio più banale del mondo è quello legato ai lavoratori: come mai un calciatore guadagna cento volte più di un muratore?
Lavora, fatica o produce forse di più?
Non credo... è semplicemente il valore che viene attribuito al suo ruolo.
Stesso discorso per qualsiasi prodotto firmato o di alta tecnologia, si potrebbe continuare all'infinito.

La morale è semplice, le riflessioni in merito spetterebbero a tutti noi...
Io penso solo che, se anche non esiste un unità di misura universale per il valore, se utilizzassimo un pò di buon senso nell'attribuirlo alle cose FORSE staremmo tutti un pò meglio.

Pensiamoci! ;)

1 commento:

  1. Sono d'accordo! Il valore dei beni , purtroppo, non è più attribuito in base a quanto siano indispensabili ma in base alla loro disponibilità sul mercato. Le produzioni non seguono la reale necessità di acquisto. Pensa semplicemente al fatto che un paio di pantaoni, trattati con cura, può essere usato per svariati anni. Se tutti applicassimo questo principio le industrie di abbigliamento chiuderebbero! A questo punto interviene la moda, per dirci ch l'anno prossimo i pantaloni dovranno essre diversi.... e noi compriamo, perchè abbiamo bisogno di un riconoscimento sociale.
    Per quanto rguarda il valore che diamo ai sentimenti, penso che la moneta di scambio sia il tempo. Più tempo dedichiamo a frequentare o a pensare all'ggetto dei nostri desideri (amore, hobbies....) più gli attribuiamo valore.
    Complimenti per il blog! :) Ti seguirò..

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