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venerdì 8 luglio 2011

Un fiume di interrogativi


"Io di risposte non ne ho, mai avute e mai ne avrò..." diceva così una vecchia canzone di Max Pezzali.

Beh, io mi schiero dalla sua parte!

Secondo me aveva proprio ragione, certe risposte noi non le abbiamo, o almeno non a determinate domande.
Con queste sue parole penso proprio che intendesse riferirsi alle domande importanti della vita, non certo a "che ore sono?" oppure a "crudo o cotto?"  ma a veri e propri dilemmi esistenziali...
Sempre di testa mia, mi sento di concludere che i cosidetti "dilemmi esistenziali" non nascono dal nulla, siamo noi che li rendiamo tali, concentrando la nostra curiosità verso dei punti interrogativi da noi personalmente scelti, sino a trasformare questa ricerca in una necessità.
Non è chiaro?
Potrei porvi qualche argomento in esame come esempio: senso della vita, significato delle proprie scelte, ineluttabilità del destino, problemi della società, esistenza di Dio, vita dopo la morte, bene e male... e potrei continuare ancora per molto.

Siamo da sempre molto interessati a questi argomenti, perchè coinvolgono qualsiasi essere umano su questa terra.
Abbiamo quasi bisogno di porci queste domande.

Si potrebbe valutare questo "disturbo" dell'uomo come una sorta di masochismo mentale.
Perchè farsi certe domande? Perchè porsi il problema se non è possibile trovare soluzione?
Forse aveva ragione il vecchio detto che diceva "L'ignoranza è un bene".
Ignorare significherebbe non sapere, non sapere significherebbe non porsi domande, non porsi domande significherebbe non dover trovare delle risposte...
Ma allora siamo animali! Perchè non riusciamo a controllarci, più sappiamo e più vogliamo conoscere, il sapere è come una droga!

Poi ovviamente ci sono casi e casi, ci sono quelle risposte che richiedono interpretazioni personali e perciò spesso e volentieri vanno a scontrarsi con le opinioni altrui, ci sono quelle risposte condivise dalla maggioranza di noi semplicemente perchè definite "risapute" ma che il più delle volte nascondono parecchie verità, ci sono infine risposte che non vedranno mai luce perchè appartenenti a domande che non conoscono soluzioni.
E' facile capire che è inutile soffermarsi su questa ultima tipologia, perchè per quanto sforzi si facciano non si otterrà mai nulla di certo.

Bene e allora sarebbe meglio non farsi domande e vivere da spettatori passivi la propria vita?
Assolutamente no!
Come ho già detto, l'uomo necessità di risposte, è inevitabile... ma lo è altrettanto ritrovarsi davanti a dei muri insormontabili.
Nel caso poi ci stessimo ponendo qualche quesito sulla nostra società sul suo funzionamento allora le domande sarebbero tutte giuste e lecite, anzi sarebbe meglio che qualcuno se ne facesse di più... e questo sottolinea ancora di più quanto ogni situazione si diversifichi da altre.
Bisogna soltanto scegliere le proprie battaglie, capire quali risposte per noi son davvero importanti, quali possono avere una soluzione e cercare quelle, lasciando perdere le altre, che magari son superflue, a cui siamo interessati solo per curiosità e che magari non hanno neanche senso di esistere.

La vita è fatta di scelte e in questo caso è perfettamente paragonabile a un fiume: ci sono persone che mentre nuotano nel fiume ne analizzano tutti i particolari, percorrendone le diramazioni, risalendo gli affluenti, nuotando più veloce degli altri per vedere la foce... e poi ci sono persone a cui piace semplicemente farsi cullare dal ritmico scorrere delle acque, facendosi trasportare lentamente e senza preoccupazioni.

Qual'è il comportamento corretto?
Non ne esiste uno giusto o uno sbagliato e, come sempre, la migliore delle scelte è una via di mezzo.
Come ho già detto, è sufficiente scegliere le proprie battaglie per evitare di combattere senza un motivo...
La morale della favola, nel caso non si fosse capita, è quella di non complicarsi la vita inutilmente ma di concentrare le proprie forze solo su cose per cui ne valga davvero la pena.


Ci Sono Anch'Io - Max Pezzali

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